L’AUTOPSIA MEDICO-LEGALE
Proposta di procedure standard
A cura del gruppo di studio nominato dal GIPF

PROCEDURA STANDARD GENERICA
La sequenza dei paragrafi segue l’ordine logico delle varie fasi della procedura con la relativa verbalizzazione. Ciascuno dei paragrafi deve essere riportato nel verbale di autopsia ovvero dovrebbe essere segnalata l’assenza di informazioni relative. I paragrafi dovrebbero essere elencati preferibilmente, ma non necessariamente, nell’ordine qui proposto.
I) PREMESSE
– Generalità e qualifica del settore o dei settori incaricati dell’ autopsia.
– Autorità Giudiziaria che dispone l’accertamento (data ed estremi dell’incarico).
– Tipo di accertamento da effettuare (ad es. autopsia, autopsia giudiziaria dopo riscontro diagnostico, autopsia su cadavere esumato, etc.) – se l’esame è stato limitato o incompleto specificarne i motivi.
– Data, ora e luogo in cui viene effettuata l’autopsia: specificare non solo per inquadrare temporalmente l’accertamento ma anche per spiegare le circostanze che potrebbero aver influito sulle procedure adottate (v. carenze della struttura).
– Nome, luogo e data di nascita, residenza e professione del defunto; data, ora e luogo del decesso (se noti).
– Scopi che l’accertamento si prefigge: specificare, riportando in modo completo i quesiti posti dall’A.G.
– Riportare la presenza di esperti incaricati di particolari indagini, di assistenti e/o altri partecipanti (v. consulenti di parte) all’esame anche per dare atto della presenza di testimoni .
– Sintetizzare le modalità dell’accertamento, la sequenza delle procedure adottate e/o l’eventuale mancata esecuzione di una di esse.

II) DATO STORICO-CLINICO
a) Dati circostanziali:
– data, modalità e sede dell’evento;
– modalità e sede di rinvenimento del cadavere, data, ora e circostanze, caratteri del luogo, posizione del corpo, ora del decesso (se nota);
– stato del cadavere al momento del rinvenimento;
– notizie relative al periodo precedente il decesso (quando, dove, come e da chi il soggetto è stato visto in vita l’ultima volta; ora e composizione dell’ultimo pasto; comportamento).

b) Dati anamnestici:
– notizie concernenti la storia sociale del deceduto (anamnesi familiare, anamnesi lavorativa, comportamenti ed abitudini particolari);
– notizie, documenti e referti concernenti la storia medica del deceduto (notizie dal medico curante; revisione dell’iter clinico: referto di P.S., cartelle cliniche, risultati delle indagini di laboratorio e strumentali, eventuali campioni biologici prelevati in sede di ricovero o comunque prima del decesso e disponibili);
– notizie relative all’eventuale intervento del servizio di emergenza medica o di ambulanze o comunque di personale sanitario nel periodo peri-mortem (orario di intervento, trattamento effettuato, referti, scheda di morte, ora presunta della morte); sintomi e dati clinici; trattamenti medici di emergenza (rianimazione cardio-polmonare); eventuali campioni biologici prelevati e disponibili.

Precisare la provenienza delle notizie e dei dati documentali riportati ovvero l’assenza di notizie o la negatività del dato clinico.

Questo paragrafo può comprendere le informazioni acquisite nel corso delle indagini di Polizia giudiziaria in sede di sopralluogo e la relativa documentazione fotografica ovvero la descrizione dei rilievi effettuati in sede di sopralluogo dal medico-legale incaricato dell’ autopsia:

1. caratteri del luogo e della scena; condizioni ambientali (temperatura);
2. documentazione fotografica e descrittiva della scena (posizione del corpo);
3. esame preliminare del cadavere e documentazione fotografica;
4. stato dei fenomeni tanatologici, compatibilità con la posizione del corpo e deduzioni relative all’epoca della morte (temperatura rettale profonda);
5. oggetti o mezzi presenti sul corpo o nelle sue vicinanze;
6. tracce di sangue e/o altre tracce biologiche nell’ambiente;
7. eventuali campioni biologici prelevati e disponibili;
8. procedure di rimozione, protezione e conservazione del cadavere.

III) CONDIZIONI DEL CORPO, INDUMENTI, OGGETTI PERSONALI, ALTRO
a) Esame e annotazione delle condizioni del cadavere prima della autopsia.
Annotare se lo stesso è stato conservato in cella frigorifera, se è contenuto all’interno di una sacca in
tela o plastica, se è avvolto da lenzuoli o coperte, se ha posizioni o atteggiamenti particolari, ecc.

b) Esame e descrizione degli indumenti e oggetti presenti sul cadavere:
Documentare e descrivere in dettaglio tutti gli indumenti indossati e lo stato degli stessi (aperti,
abbottonati, spiegazzati, lacerati, macchiati, in posizione anomala) nonché gli oggetti personali (gioielli, portafogli, etc.) e qualsiasi altro accessorio.

Nei casi in cui gli indumenti siano sede di lesioni o di possibili tracce biologiche o di altro tipo il loro esame deve essere particolarmente accurato (prima e dopo cauta rimozione):
– documentare e descrivere in dettaglio tutte le soluzioni di continuo presenti sugli indumenti (sede e caratteri delle lesioni; verifica della corrispondenza o meno con le lesioni corporee);
– localizzare le impronte, le macchie e le tracce di natura biologica o di altro tipo presenti sugli indumenti e sulla superficie corporea, prima di qualsiasi manipolazione del cadavere per evitare spostamenti o artefatti. Di ogni traccia saranno descritti: dimensioni, forma, direzione, posizione, stato fisico e colore;
– rilevare e documentare la presenza di imbrattamenti ematici o di altro materiale sulle suole delle scarpe o sulla pianta dei piedi (importanti ai fini dei movimenti della vittima);
– considerare l’eventuale esame con luce ultravioletta, laser o con altre fonti per identificare fibre, tracce di cosmetici, sperma e materiali estranei;
– documentare e raccogliere tracce labili (ad es. fluidi, capelli, peli, fibre tessili, materiali terrosi, etc.) prima di spostare il corpo;
– fotografare (senza e con riferimenti millimetrici) e descrivere in dettaglio i caratteri di impronte, tracce ed altri elementi rilevanti presenti sugli indumenti e sul corpo (in particolare, impronte ed ecchimosi figurate);
– conservare in modo appropriato gli indumenti se vi sono reperti e/o tracce rilevanti o se utili a scopo identificativo.

Altre procedure:
– proteggere le mani e/o i piedi mediante sacchetti di carta, se necessario;
– considerare l’opportunità di ricorrere all’identificazione genetica per tracce di sangue, sperma, saliva, ecc. ed assicurarsi che il sangue e gli altri materiali biologici siano prelevati e conservati in maniera appropriata.

IV) IDENTIFICAZIONE
Definire o confermare, se necessario, l’identità del cadavere mediante l’acquisizione di dati e reperti idonei:
– identificazione diretta visiva (o preliminarmente fotografica) se la fisionomia è riconoscibile;
– identificazione presuntiva mediante dati circostanziali (indumenti, oggetti, effetti personali ecc.) e caratteri fisici generali (v. esame esterno) e particolari ( presenza di cicatrici e/o tatuaggi, processi patologici ed esiti di interventi chirurgici, etc. rappresentano alcuni dei principali parametri da considerare e documentare con schemi e fotografie ).

Altre procedure:
– identificazione comparativa mediante impronte digitali, caratteri dentari, radiografie, analisi del DNA, etc.

V) ESAME ESTERNO
Descrizione e documentazione di tutti i dati rilevanti, evidenti all’esame della superficie corporea.
Questo paragrafo può essere suddiviso, a scopo mnemonico, nelle seguenti sezioni
a) Caratteri fisici generali:
– Sesso, età apparente vs. cronologica;
– lunghezza e peso corporei;
– costituzione corporea (distribuzione e spessore del pannicolo adiposo; sviluppo muscolare);
– etnia (se incerta descrivere cute-colore-capelli o altri caratteri);
– capelli e barba (lunghezza e colore), colore degli occhi;
– caratteri dei denti.
b) Fenomeni post-mortali
Le modificazioni post-mortali devono essere sempre esaminate e descritte, in quanto possono essere utili a fini tanatocronologici ( valutare i fenomeni cadaverici in riferimento alle condizioni fisico – ambientali in cui ha soggiornato il cadavere, alla causa di morte e ad altri fattori intrinseci ed estrinseci capaci di influenzarli), per valutare la congruità con la posizione del corpo e la sede di rinvenimento (eventuali spostamenti del cadavere) o ancora per l’interpretazione dei reperti autoptici. I principali parametri da rilevare sono:
– modalità e luogo di stazionamento del corpo (ambiente esterno o interno e suoi caratteri; sede e tempo di permanenza);
– temperatura rettale e ambientale (almeno il primo rilievo dovrebbe essere effettuato in sede di sopralluogo; registrare l’ora, il metodo di rilievo e lo strumento utilizzato);
– rigidità cadaverica (diffusione parziale – indicare la sede – o completa, intensità e reversione);
– ipostasi (distribuzione, intensità, colorito, modificabilità alla digitopressione);
– modificazioni oculari (collasso e opacità corneali);
– presenza o assenza di segni di essiccamento cutaneo e/o di distacco epidermico;
– fenomeni trasformativi (caratteri, sede e distribuzione dei fenomeni putrefattivi, o di altri
fenomeni post-mortali quali adipocera, mummificazione, macerazione, corificazione);
– presenza o assenza di attività della microfauna cadaverica (prelevare campioni di insetti con
procedure adeguate) e/o di segni di predazione animale.

c) Esiti di interventi sanitari
Rilevare, descrivere e, se vi sono indicazioni, documentare fotograficamente tutti i segni recenti e non di interventi sanitari: medicazioni, segni di agopuntura, cannule, tubi endotracheali, sondini naso-gastrici, drenaggi e quant’altro sia correlabile a pratiche mediche o chirurgiche note ed in particolare agli artefatti da rianimazione cardio-polmonare (confrontare con il dato storico-clinico e con le informazioni specifiche assunte dal personale sanitario intervenuto).
(I presidi medici non dovrebbero essere rimossi prima dell’esame medico-legale).

I rilievi interni relativi alla posizione di drenaggi, tubi , protesi e a qualsiasi esito di intervento medico-chirurgico saranno descritti in sede di esame interno, nelle sezioni relative alle strutture ed organi interessati.
d) Lesioni e processi patologici
Ispezione di tutta la superficie corporea (prima e dopo lavaggio) e manovre semeiologiche (palpazione, pressione e mobilizzazione passiva) idonee al fine di rilevare, descrivere e documentare la presenza di lesioni traumatiche e loro esiti, processi patologici e di qualsiasi altro dato rilevante:
– descrivere l’aspetto generale del corpo e quindi effettuare l’esame dei vari segmenti corporei procedendo sistematicamente nella descrizione dall’alto verso il basso, da sinistra verso destra e dalla superficie anteriore alla posteriore, esaminando nell’ordine Testa, Collo, Tronco, Arti superiori e Arti inferiori;
– non trascurare l’esame di zone cutanee “nascoste”: cuoio capelluto, cavo ascellare, solco sottomammario, pliche cutanee in soggetti obesi, perineo;
– esaminare i padiglioni auricolari (condotto uditivo esterno), il naso, le labbra (superficie interna), la cavità orale, gli occhi;
– descrivere e documentare fotograficamente la sede ed i caratteri di impronte, imbrattamenti e colature ematiche e/o di altre tracce biologiche e qualsiasi altro elemento rilevante prima di spostare il corpo; se vi sono indicazioni, tracce labili devono essere prelevate in modo appropriato, registrate e opportunamente custodite già in questa fase iniziale;
– descrivere separatamente in dettaglio e fotografare qualsiasi lesione traumatica o aspetto patologico; di ogni lesione si descrivono: sede (in riferimento alle regioni anatomiche e rilevando la distanza da punti di repere fissi -vertice o pianta dei piedi e linea mediana del corpo- in modo da inserirle in un sistema di coordinate cartesiane); forma (rilevando eventuali aspetti figurati);
dimensioni (lunghezza, larghezza, diametro, profondità); direzione (verticale, orizzontale,
obliqua – rispetto al piano sagittale); caratteri;
– le sedi di interventi chirurgici recenti devono essere accuratamente esaminate e descritte,
registrando i caratteri delle suture e il grado di riparazione.
– le lesioni si numerano in progressione e si riportano anche sugli appositi schemi corporei, annotando accanto a ciascuna lesione le dimensioni e le coordinate;
– rilevare la corrispondenza o meno tra le lesioni corporee e quelle rilevate sugli indumenti;
– esaminare le unghie di entrambe le mani per eventuali rotture, presenza di fibre, tracce di sangue, ecc. (prendere in considerazione il prelievo del materiale sub-ungueale o del bordo libero delle unghie);

Dettagli ed informazioni particolari da includere in questo paragrafo saranno illustrati negli standard specifici.
VI) RADIOLOGIA POST-MORTALE
Descrivere e documentare i risultati di eventuali indagini radiologiche effettuate sul cadavere prima della sezione cadaverica.
Queste indagini devono essere eseguite necessariamente per individuare la presenza di corpi estranei (lesioni da arma da fuoco, esplosioni, ecc.) o ai fini identificativi soprattutto in caso di estese alterazioni dei tessuti (ad es. carbonizzazione) e sono consigliate nelle lesioni traumatiche contusive e nelle morti in immersione. Nei traumi cranio-encefalici prendere in considerazione la TC al fine della rappresentazione – ed eventualmente della ricostruzione – 3D delle lesioni.

VII) SEZIONE CADAVERICA ed ESAME INTERNO
L’esame interno deve essere sempre completo con esauriente descrizione delle tecniche adottate e dei reperti obiettivati. I tempi dell’ esame di organi e strutture e la tecnica di sezione devono essere guidate dalla necessità di evidenziare e documentare le lesioni e i quadri patologici rilevanti nel caso specifico. procedendo nel seguente ordine:
– Testa: tecniche di sezione del cuoio capelluto, di apertura della calotta cranica e di estrazione dell’encefalo; esame e descrizione dei tessuti pericranici, del cranio(calotta e base), della dura e dei seni durali, delle leptomeningi, dell’encefalo e dei vasi, dell’ ipofisi e, se vi sono indicazioni, delle cavità sinusali, orbitarie e dell’orecchio medio e interno;
– Collo e tronco: taglio iniziale dei tessuti molli ( il taglio mento-pubico può essere utilizzato quando l’esame dettagliato del collo non è critico, altrimenti deve essere preferito il taglio a Y con la dissezione delle strutture del collo; modifiche o altre tecniche possono essere necessarie in casi particolari); si procede quindi all’esame delle diverse regioni;
– Collo: tecnica di dissezione; esame e descrizione di lingua, faringe, laringe, tiroide, principali vasi del collo, muscoli e tessuti prevertebrali, rachide cervicale;
– Torace-Addome:
– tecnica di apertura delle cavità;
– ispezione delle cavità toracica (e del cavo pericardico) e addominale (aspetto delle superfici e contenuto; topografia e rapporti degli organi) e delle pareti toraciche e addominali, compresi le strutture muscolari (diaframma) e lo scheletro toracico, il rachide lombare ed il bacino;
– tecnica di eviscerazione (in massa, organo per organo, a blocchi);
– esame sistematico (esterno ed interno) e descrizione di tutti i visceri, delle strutture canalari e dei vasi principali: cuore, aorta (e suoi rami principali) e vene cave; polmoni, trachea, bronchi, arterie e vene polmonari; esofago, stomaco, duodeno, intestino tenue e crasso; fegato, colecisti e vie biliari; pancreas; milza; surreni; reni, pelvi e ureteri; vescica, prostata, testicoli (utero,ovaie e tube); linfonodi. Rilevare in tutti i casi il peso dei seguenti organi: encefalo, cuore, polmoni, fegato, milza e reni; se vi sono indicazioni rilevare anche il peso di tiroide e surreni.

Se vi sono indicazioni procedere anche a:
– apertura dello speco vertebrale ed esame del midollo spinale: tecnica di apertura; esame e descrizione;
– dissezioni ed esami particolari se necessari, ad esempio:
– dissezione della cute e/o dei piani muscolari in zone atipiche per documentare, ricercare o escludere lesioni ;
– dissezione degli arti ed esame dei muscoli, dei vasi, dei nervi e dello scheletro;
– dissezione ed esame delle arterie vertebrali;
– esame del midollo osseo;
– asportazione in blocco degli organi del piccolo bacino e dei genitali esterni;
– esame dei bulbi oculari, ecc.;
( l’esame di esiti di interventi chirurgici complessi deve essere effettuto con la consulenza ed alla
presenza di uno specialista adeguato)
– procedure speciali che devono essere applicate nei casi in cui sono opportune in rapporto alla corretta tecnica anatomo-patologica (ad es. in caso di patologie encefaliche o cardiache evidenti o sospette è preferibile fissare gli organi in toto prima della sezione per poter procedere all’esame secondo le procedure specifiche rispettivamente di neuropatologia e di cardiopatologia);
– indagini strumentali su organi o blocchi di organi prelevati in sede di autopsia (es.: coronarografia post-mortem, rx del blocco laringe-osso ioide, radiografie dentarie, etc).

La descrizione di reperti negativi può essere importante quanto quella di processi patologici e lesioni.
Dettagli sulle procedure e sulle informazioni da includere in questa sezione saranno illustrati negli standard specifici
VIII) DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA e SCHEMI CORPOREI
Effettuare fotografie e rilievi descrittivi (utilizzando anche appositi schemi corporei) dei caratteri e della sede di elementi rilevanti evidenziati all’esame esterno ed alla sezione cadaverica (e se necessario anche i reperti negativi) al fine di conservare una documentazione permanente degli stessi:
– fotografare il volto sempre;
– fotografare il corpo nell’insieme (superfici anteriore e posteriore, frontalmente o da altre angolazioni se necessario) con riferimenti metrici ben visibili;
– fotografare oggetti, tracce, particolari rilevanti e lesioni presenti sugli indumenti, sulla superficie esterna ed a livello delle cavità accessibili dall’esterno senza e con riferimenti metrici;
– fotografare dal generale al particolare (fino alla macrofotografia se necessaria), con mezzi di registrazione di elevata qualità, tutti gli elementi rilevanti evidenziati sia all’esame esterno che nelle varie fasi della dissezione, all’apertura delle cavità ed all’esame dei singoli organi;
– numerare ed evidenziare con idonei riferimenti metrici i particolari rilevanti;
– fotografare le lesioni figurate anche con pellicola bianco-nera ad elevato contrasto, ai fini di un possibile confronto.

IX) CAMPIONI per l’ISTOLOGIA

Riportare l’elenco con una descrizione completa del numero e del tipo di campioni di organi e tessuti prelevati nel corso dell’autopsia e debitamente contrassegnati in modo che possa essere verificata l’origine di ciascun blocchetto di paraffina e dei vetrini istologici con le colorazioni effettuate.
Il numero e la estensione dei campioni per l’esame istologico deve essere lasciato alla valutazione del patologo forense in base alla necessità di supportare o di approfondire la diagnosi macroscopica ovvero sulla guida degli standard specifici e in rapporto alle esigenze peculiari del caso. Se questo non prevede un protocollo particolare di indagine istologica deve comunque ritenersi opportuno in tutti i casi il prelievo di un campione dei principali organi (Encefalo, Cuore, Polmoni, Fegato, Milza, Reni) e dei tessuti sede di lesioni traumatiche anche al fine di valutare l’epoca di produzione delle stesse.

X) CAMPIONI per altri ESAMI di LABORATORIO
Elencare e numerare ciascun campione indicando il materiale prelevato, la quantità, la sede del prelievo e le modalità di conservazione (gli stessi dati e lo stato di conservazione del cadavere devono essere riportati sui relativi contenitori debitamente contrassegnati: numero seriale del caso, data del prelievo, dati anagrafici del deceduto, nome del settore).
La procedura di prelievo di liquidi e tessuti biologici nel corso dell’autopsia deve garantire che i campioni siano idonei per qualità e quantità in rapporto alle indagini da eseguire e che siano ottenuti e conservati in modo appropriato evitando contaminazioni.
Utilizzare aghi, siringhe e contenitori nuovi opportunamente contrassegnati (nome, numero di autopsia, data e ora del prelievo, tipo di campione, iniziali del settore).

Sede e metodo di ottenimento dei campioni sono importanti per ottenere risultati affidabili: è preferibile che i campioni di sangue per gli esami di laboratorio (tossicologia, sierologia, DNA, microbiologia, etc.) siano prelevati da sedi periferiche (vene femorali o succlavie) che per lo più assicurano minori contaminazioni e alterazioni.
Tutti i campioni prelevati devono essere conservati, subito dopo l’autopsia, a –20°C
a) Prelievi standard per le indagini tossicologiche
– Sangue periferico (25-50 ml)*
– Urina (volume disponibile)*
– Bile (volume disponibile)
– Fegato (50 g)
– Rene (50g)
– Contenuto gastrico (tutto-misurare il volume)

* in due distinti contenitori, uno con NaF (1%) o altro adeguato conservante per evitarne la degradazione.
b) Altri campioni in rapporto alle circostanze del caso
– Umor vitreo (+ 1% NaF) in alternativa al sangue o per indagini chimico-cliniche post mortem: sodio, potassio, cloruri, urea azotata, creatinina, glucosio, chetoni.
– Contenuto gastrico: deve essere prelevato in tutti i casi in cui vi sia sospetto di assunzione di droghe, farmaci, sostanze tossiche; nei casi in cui si evidenzino frammenti di materiale sospetto di rilievo tossicologico (compresse, capsule, etc,); quando le osservazioni anatomo patologiche non consentono di identificare la causa della morte; se vi sono problemi concernenti l’epoca della morte. In assenza del contenuto gastrico può essere prelevato il contenuto del tratto prossimale del tenue.
– Intestino con il contenuto (10-15 cm dei vari tratti: intossicazioni alimentari; avvelenamenti cronici -metalli pesanti, droghe, pesticidi, ecc.).
– Cuore (20-30 g – intossicazione da digitale; droghe).
– Ossa (segmenti di ossa lunghe – intossicazione da metalli).
– Area di tessuto sede di iniezione (stupefacenti ed altre sostanze iniettabili).
– Capelli (circa 200 mg) prelevati mediante strappo o, in assenza, altre formazioni pilifere o unghie (cronologia delle assunzioni-avvelenamento cronico: droghe, metalli pesanti, pesticidi, farmaci- bloccanti, etc.).
– Liquor cefalo-rachidiano (5-30 ml – stupefacenti).
– Encefalo (ca. 100 g: droghe; sostanze volatili liposolubili; sostanze infiammabili e solventi).
– Polmone dopo legatura all’ilo o tessuto polmonare (20-30 g) in caso di morte sospetta da inalazione di sostanze volatili; sostanze infiammabili e solventi.
– Aria aspirata dalla trachea con siringa da vuoto (sospetta morte da inalazione di sostanze volatili; sostanze infiammabili e solventi).
– Sangue prelevato dal ventricolo sinistro (con siringa da vuoto – sospetta morte da inalazione di sostanze volatili; sostanze infiammabili e solventi).
– Tessuto adiposo sottocutaneo o perirenale (30-40 g sospetta morte da inalazione di sostanze volatili; sostanze infiammabili e solventi).

N.B. Tutti i prelievi in caso di sospetta morte da inalazione di sostanze volatili, sostanze infiammabili e solventi devono essere chiusi immediatamente in contenitori di vetro a tenuta di gas. Prelevare e conservare in modo analogo anche un frammento degli indumenti esterni.
c) Altre indagini
– DNA: campioni di sangue trattati con anticoagulante (sodio ossalato o EDTA) e gocce di sangue essiccate su carta bibula, opportunamente protette per evitarne contaminazioni, conservate in ambiente freddo e secco. In alternativa al sangue, procedere al prelievo di frammenti di muscolo scheletrico, fusti di capelli con bulbo, elementi dentari, frammenti di organi.

– Indagini Microbiologiche: campioni prelevati e conservati in condizioni appropriate.

– Indagini di Biologia Molecolare: campioni di sangue e/o tessuti conservati a – 20°C.

– Indagini Tanatochimiche: umor vitreo (+ 1% NaF) per analisi di sodio, potassio, cloruri, urea azotata, creatinina, glucosio, chetoni.

XI) SINTESI delle LESIONI e dei REPERTI e/o DIAGNOSI ANATOMO-PATOLOGICA
In questo paragrafo il medico legale riassume le lesioni esterne ed interne obiettivate nel corso dell’autopsia.
Questo paragrafo corrisponde alla diagnosi anatomo- patologica ed è in genere suddivisa per organi e sistemi tenendo presente che alcuni reperti possono non essere correlati alla diagnosi di causa di morte.

XII) CAUSA di MORTE
In questa sezione il patologo determina la causa di morte secondo le indicazione dell’ICD-10 attraverso le necessarie correlazioni con i dati circostanziali e clinici e con i dati di laboratorio (istologici, tossicologici, ecc.) i cui risultati andranno allegati al verbale finale.

XIII) VALUTAZIONE E CONCLUSIONI
Questa sezione comprende le motivazioni alla diagnosi formulata ed eventuali risposte motivate ad altri quesiti formulati nei vari casi (epoca di morte, modalità del decesso, durata della sopravvivenza, ecc.).
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