AUTOPSIA – STANDARD SPECIFICI
DELITTI A SFONDO SESSUALE

A cura del gruppo di studio nominato dal GIPF

In questo protocollo viene riportati lo standard proposto per l’esame post mortem in casi di delitti a sfondo sessuale.
Le indicazioni specifiche riportate vanno ad integrare lo standard generico e quelli specifici proposti per l’autopsia in tutti i casi di omicidio in qualsiasi modo correlati a violenza sessuale.
I) PREMESSE
– Scopo dell’indagine: il patologo forense oltre a determinare la causa della morte, deve evidenziare tutti gli elementi utili a documentare la violenza sessuale o comunque l’atto sessuale e raccogliere tutte le tracce utili ad
identificare l’autore del crimine.

II) DATO STORICO-CLINICO
a) Dati circostanziali:
– dettagliato rapporto sulle circostanze dell’evento e su caratteri e stato dei luoghi e del corpo al momento del rinvenimento.
b) Dati anamnestici:
– notizie relative all’eventuale intervento di personale sanitario nel periodo peri-mortem e su spostamenti,trasporto, trattamenti medici di emergenza, o altre attività, comunque idonei a modificare lo stato dei luoghi, la posizione del corpo, gli indumenti e la distribuzione di tracce o reperti.

Descrizione dei rilievi effettuati in sede di sopralluogo dal medico-legale incaricato dell’ autopsia
N.B. Le informazioni acquisite nel corso delle indagini di sopralluogo, l’esame del corpo e la relativa documentazione fotografica assumono, in caso di sospetto delitto a sfondo sessuale, una rilevanza fondamentale oltre che per la definizione della causa di morte e della modalità dell’evento anche per rilevare e documentare le prove della violenza sessuale e per raccogliere e preservare tracce e reperti utili anche per identificare l’autore o gli autori.
Pertanto la presenza del medico-legale è indispensabile anche al fine di:

– assicurarsi che il corpo sia manipolato e toccato il meno possibile per evitare la distruzione di tracce e altre prove rilevanti;
– sospettare casi non immediatamente evidenti in base alle condizioni ambientali, alla posizione e all’atteggiamento del corpo, allo stato degli indumenti e soprattuto alla lesività;
– procedere alla ricerca ed al prelievo(prima che possano essere persi o distrutti) di materiali biologici estranei quali capelli, peli pubici, sperma, sangue(se ancora fluidi) presenti sulla superficie corporea;
– assicurarsi che sia eseguita in modo corretto la documentazione della scena, del corpo e delle tracce rilevanti(associando alla fotografia anche la ripresa video);
– acquisire dati utili ai fini tanatocronologici evitando il rilievo della temperatura rettale che deve essere rinviato alla fase successiva all’esame esterno della regione ed agli opportuni prelievi in ambiente idoneo;
E’ necessario utilizzare particolare cura nel prelievo e nel trasporto del cadavere. Quest’ultimo deve essere il più veloce possibile e le contaminazioni devono essere, per quanto possibile, evitate. Si è dimostrato utile l’uso di sacchetti di carta avvolti al livello dei polsi del cadavere allo scopo di preservare le tracce presenti sulle mani ed in particolare in sede sottoungueale; inoltre è consigliabile avvolgere il cadavere con un lenzuolo pulito o chiuderlo in un body bag per evitare la perdita di tracce e/o inquinamenti.

III) CONDIZIONI DEL CORPO, INDUMENTI, OGGETTI PERSONALI, ALTRO
a) Esame e descrizione generale delle condizioni del cadavere
Il corpo non dovrebbe essere spogliato, nè sottoposto ad indagini di polizia scientifica prima dell’esame da parte del medico-legale, considerato il rilievo che in questi casi assume l’esame esterno diretto alla ricerca di tracce labili e di lesioni anche di minima entità.
– Il primo tempo dell’autopsia dovrebbe consistere nell’esame delle mani, diretto anche al prelievo di eventuali tracce presenti sulla loro superficie e del materiale sottoungueale (può essere consigliabile a questo fine il taglio dell’ estremità libera delle unghie con una forbice o una tronchesina pulita ed il frammento ungueale relativo a ciascun dito sarà conservato separatamente in contenitori idonei opportunamente contrassegnati).
Successivamente si procederà all’esame degli indumenti e quindi a spogliare il corpo.

b) Esame e descrizione degli indumenti e di qualsiasi altro elemento di interesse probatorio (rilievo e prelievo di tracce).

Gli indumenti possono essere sede di lesioni e/o di tracce biologiche o di altro tipo per cui il loro esame deve essere particolarmente accurato:
– documentare e descrivere in dettaglio tutte le soluzioni di continuo presenti sugli indumenti (sede e caratteri delle lesioni; verifica della corrispondenza o meno con le lesioni corporee);
– localizzare le impronte, le macchie e le tracce di natura biologica o di altro tipo presenti sugli indumenti e sulla superficie corporea, prima di qualsiasi manipolazione del cadavere per evitare spostamenti o artefatti. Di ogni traccia saranno descritti: dimensioni, forma, direzione, posizione, stato fisico e colore;
– considerare l’eventuale esame con luce ultravioletta, laser o con altre fonti per identificare fibre, tracce di cosmetici, sperma e altri materiali estranei;
– documentare e raccogliere tracce labili (ad es. fluidi, capelli, peli, fibre tessili, materiali terrosi, etc.) prima di spogliare il cadavere;
– fotografare (senza e con riferimenti millimetrici) e descrivere in dettaglio i caratteri di impronte, tracce ed altri elementi rilevanti presenti sugli indumenti;
– riesaminare gli indumenti della vittima durante e dopo la rimozione, in questa fase ricoprire il pavimento con fogli di carta o lenzuola, in modo che le eventuali tracce o residui sugli abiti non vengano persi;
– repertare gli indumenti.
– assicurarsi che tracce di sangue, sperma, saliva, e altri materiali biologici siano prelevati e conservati in maniera appropriata, in recipienti sterili, separati per ciascuna sede di prelievo, debitamente contrassegnati(nome del deceduto, numero seriale del caso in esame, data del prelievo, tipo di materiale e dove è stato prelevato)

NB: La procedura di prelievo di liquidi e tessuti biologici utili all’identificazione genetica dell’aggressore nel corso dell’autopsia deve garantire che i campioni siano ottenuti e conservati in modo appropriato evitando contaminazioni. E’ inoltre opportuno evitare la diluizione dei campioni o l’uso di terreni di coltura.
IV) IDENTIFICAZIONE

V) ESAME ESTERNO
Descrizione e documentazione di tutti i dati rilevanti, evidenti all’esame della superficie corporea.
E’ importante sottolineare l’importanza di un meticoloso esame esterno nei casi di autopsia in delitti a sfondo sessuale.

a) Caratteri fisici generali

b) Fenomeni post-mortali:
– documentare la presenza di eventuale attività di insetti, dilatazione, prolasso o altri artefatti
post-mortem a livello delle regioni genitali ed anali.

c) Esiti di interventi sanitari

d) Lesioni e processi patologici:

L’ispezione della superficie corporea e delle cavità naturali deve essere anzitutto diretta alla ricerca e al prelievo di residui, tracce o fluidi biologici; quindi, oltre alla lesività generica(causa di morte) devono essere rilevati segni della lesività specifica.

Considerare l’eventuale esame con luce ultravioletta, laser o con altre fonti per identificare fibre, tracce di cosmetici, sperma e materiali estranei sui tegumenti della vittima.
-Descrizione e documentazione fotografica di ogni lesione, corpo estraneo e traccia presente a livello di:

– Faccia e cavità orale: raccogliere campioni di materiale biologico dalla cavità orale, prima di ogni manipolazione(tamponi sulla superficie della lingua e nel vestibolo, nell’angolo tra labbra e gengive); ispezionare tutto il viso e in particolare la zona periorale alla ricerca di tracce di liquido seminale. Ispezionare la cavità orale, il frenulo, l’interno del labbro inferiore e la faringe alla ricerca di lacerazioni, ecchimosi e petecchie.
– Genitali esterni ed ano: Utilizzando una lampada a luce ultravioletta, esaminare l’area anogenitale, le cosce, i glutei, alla ricerca di fluidi biologici. Prelevare peli pubici eventualmente contaminati; pettinare i peli pubici per evidenziare materiale pilifero estraneo eventualmente appartenente all’aggressore.
– Vittime di sesso femminile: ispezionare la vulva e l’ano alla ricerca di lacerazioni, ecchimosi, edema, sanguinamenti. Vanno eseguiti tamponi a livello delle piccole labbra e del vestibolo vaginale; quindi si esamina l’imene,se presente, per evidenziare e documentare lesioni. Si procede quindi all’ esame e al prelievo di tamponi a livello vaginale e a livello della cervice e del fornice posteriore mediante l’utilizzo di uno speculum. Eseguire tamponi a livello dell’orifizio anale e del canale anale
– Vittime di sesso maschile: ispezionare il pene e lo scroto alla ricerca di segni di trauma, in particolare esaminare il glande allo scopo di individuare abrasioni e lacerazioni, anche del meato uretrale. Se la vittima non è circoncisa, raccogliere ogni eventuale residuo o secrezione al di sotto della cute. Eseguire tamponi della zona attorno al glande e a livello dell’asta. Esaminare la zona anale, procedendo alla stessa maniera delle vittime di sesso femminile.
-Descrizione e documentazione fotografica di ogni altra lesione esterna; in particolare, ricerca di:

– segni di costrizione: focalizzarsi sul collo, caviglie e polsi;
– esiti cicatriziali ovvero manifestazioni evolutive di lesioni traumatiche ascrivibili ad
applicazione di mezzi naturali e non naturali, in modo reiterato sullo stesso distretto
corporeo ovvero in diverse aree corporee;
– descrizione di eventuali incisioni cutanee figurate (impronte di apposizione dentaria,
es: morso): localizzati frequentemente nelle regioni del collo, delle spalle, del seno e
dei glutei;
– lacerazioni cutanee e sottocutanee (specialmente comuni all’areola ed attorno ai
capezzoli, che possono venire totalmente od in parte amputati);
– ecchimosi: possono essere presenti in regione mammaria, a livello della regione
interna del terzo superiore della coscia (dovute alla pressione delle dita nel tentativo
di separare manualmente le gambe) e a livello dei glutei. Quando la violenza viene
esercitata su un terreno duro od irregolare, ecchimosi ed abrasioni possono essere
ritrovate sul dorso, specialmente alle spalle e in regione glutea;
– aree petecchiali ricollegabili a suzioni sono più frequenti ai lati del collo, sotto le
orecchie, nella parte superiore delle spalle e dei seni e attorno ai capezzoli (eseguire
tamponi per residui di saliva);
– abrasioni – escoriazioni eventualmente figurate(es.graffi o unghiature) con descrizione dei lembetti epidermici e loro angolazione di apertura;
– mutilazioni e amputazioni e lesioni di tipo “overkill” che possono ritenersi espressivi
di omicidi sadici.

NB: se sono presenti lesioni riferibili a morsi eseguire numerose fotografie con idonei riferimenti millimetrici ed eventualmente anche con pellicola bianco-nero ad elevato contrasto. Inoltre sarebbe utile ottenere la collaborazione di un esperto odontoiatra forense anche nell’eventualità di effettuare un calco del morso. Prima di qualsiasi manipolazione, andrebbero eseguiti tamponi(cotone inumidito con soluzione fisiologica) sulle lesioni nel tentativo di raccogliere campioni di saliva, utili per l’identificazione dell’aggressore(DNA).
VII) ESAME INTERNO

Collo: particolare attenzione va posta nella dissezione di questa regione anatomica, alla ricerca di eventuali segni patognomonici di strangolamento (a seguito di manovre correlate alla violenza sessuale) o strozzamento.
Organi del piccolo bacino
Si raccomanda di prelevare in blocco gli organi del piccolo bacino mantenendo la continuità con i genitali esterni e l’ano, evitando qualsiasi sezione in situ o specillazione preliminare degli organi stessi .
Prima di eseguire questa procedura, la vescica deve essere svuotata dell’urina in essa contenuta, avendo cura di conservarne un campione per eventuali esami tossicologici.
– vittime di sesso femminile: la vagina va sezionata lungo l’asse maggiore dell’organo; lo stesso procedimento è da eseguirsi sul canale anale e sul retto che si apre posteriormente con un enterotomo; la vescica si apre sulla faccia anteriore, penetrando nell’uretra. Tutte le lesioni (ecchimosi, lacerazioni, sanguinamenti e la presenza di eventuali corpi estranei) andranno descritte e documentate mediante fotografie.
– vittime di sesso maschile: esaminare il canale anale procedendo come per le vittime di sesso femminile. Particolare attenzione va posta alla zona scrotale e testicolare alla ricerca di eventuali traumi o infarti.
VIII) DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DEI QUADRI PATOLOGICI RILEVANTI

IX) CAMPIONI per l’ISTOLOGIA

– Prelievi di campioni dei vari organi e tessuti a livello delle lesioni possono essere necessari per
valutazioni particolari (vitalità, datazione,ecc.);
NB si ricorda il prelievo di aree traumatizzate ed ascrivibili ad apposizione di mezzi di costrizione.
– Strisci di materiale prelevato a livello orale, vaginale, anale (esame a fresco o dopo colorazione)
X) CAMPIONI per altri ESAMI di LABORATORIO

– Tossicologia per indagini appropriate (es. alcool, droghe d’abuso)

– Microbiologia – se vi sono indicazioni.( ricerca degli agenti patogeni responsabili di eventuali patologie
a trasmissione sessuale sui tamponi prelevati a livello genitale)

– Altre indagini di laboratorio- test idonei per evidenziare la presenza di liquido seminale sul materiale
prelevato a livello cutaneo, orale, vaginale o anale (esame morfologico o test per fosfatasi acida e P30);
analisi del DNA su campioni positivi o fortemente sospetti.
XI) SINTESI delle LESIONI e dei REPERTI
In questo paragrafo il medico legale riassume le lesioni esterne ed interne obiettivate nel corso dell’autopsia,
tenendo presente che lesioni significative per un delitto a sfondo sessuale possono o non essere correlati alla diagnosi di causa di morte.
Saranno elencati tutti i materiali biologici e gli altri reperti evidenziati e prelevati sul corpo della vittima.

XII) CAUSA di MORTE
In questa sezione il patologo determina la causa di morte secondo le indicazione dell’ICD-10 attraverso le necessarie correlazioni con i dati circostanziali e clinici e con i dati di laboratorio (istologici, tossicologici, ecc.) i cui risultati andranno allegati al verbale finale.

XIII) VALUTAZIONE E CONCLUSIONI
Questa sezione comprende le motivazioni alla diagnosi formulata ed eventuali risposte motivate agli altri quesiti formulati (violenza sessuale accertata o sospetta, se vi è stata violenza di gruppo, se la morte è stata conseguenza della violenza sessuale, ecc.)

Scarica versione per stampa